domenica 28 novembre 2010

Simmetria

Casualmente apparente nel caos imperante regna l'equilibrio della simmetria.

domenica 7 novembre 2010

Arco a Sesto Acuto

Una tempesta magnetica incide su un luogo di punti concentrato.
In alto e in basso, come a destra e a sinistra, diagonali e cerchi concentrici possono fare la Differenza.
Se si osserva il mondo utilizzando un tronco di cono (di cartone, di plastica o di qualsiasi altro materiale) si avrà un effetto visivo che dipende dall’orientamento che assume quest’ultimo mentre osservi. Sperimentare questa visione è sempre fatto sublime.
“Mio Dio!”

Piccoli elementi formano grandi insiemi. Il pulviscolo è sempre indice di vita.
E di vitalità.
“Oggi il sole splende più del solito.”

Si possono riassumere alcuni importanti concetti in vari modi: uno di questi è l’enumerazione completa di ognuno di loro…
Per cercare un piccolo oggetto, le onde elettromagnetiche possono essere di fondamentale aiuto.
- “Sempre mi chino al Suo cospetto!”
 - “Quando?”
 - “Ogni volta.”

Parleremo ora della natura del significato oggettivo. Un qualsiasi elemento, analizzato nelle sue parti costituenti, presenta spesso le stesse strutture che si ripetono ricorsivamente (o, in modo equivalente, iterativamente). Ma non sempre.

Il vuoto e il pieno sono la stessa cosa? Abbiamo manifestazioni diverse dello stesso concetto? Esiste la possibilità di esprimere un parere?.
Nel luogo convenuto, si riunirono molti soggetti. Qualcosa li accomunava, anche lo stesso fatto di non aver nessuna cosa in comune.
“Lo voglio!”

Esiste un “mezzo” senza il quale non si possa instaurare alcunché? L’analisi è aperta.
L’analisi è aperta.
“L’analisi è aperta.”

Punto. Punto. Punto. Dai codici si può rimanere affascinati.
Sin dalla notte dei tempi (e in certi casi anche dal mattino e dal pomeriggio dei tempi, ma non della sera) esiste la necessità di manipolare simboli in quanto disponibili naturalmente. Questo fatto è precostituito, non è una scelta. Solo le manifestazioni sono diverse.
“L’interruzione del mio sonno coincide con l’interruzione del mio sogno!”
 - “Io sono il mio sogno”

La natura essenziale degli elementi stessi, porta in sé la capacità di scambiare informazioni.
In un cavo dell’alta tensione spesso si celano paesaggi insospettabili.

In mezzo.
Si apre finalmente il circolo innanzi a noi.
“Dubito su di una situazione complessa.”
 - “Perché?”
 - “Non lo so.”

Si entra.
“Nell’apertura, la visione di più tipologie di mondi si confondono in ottiche nebulose, prive di senso apparente e intrisecamente meravigliosi. Se potessi costruire delle ipotesi, architetterei ulteriori strutture sensibili… ”
 - “Ma non sempre è così.”

Si inizia il viaggio. Il timore è sempre presente, e le circostanze sono instabili. Il gioco si basa sulla mutua esclusione.
Ora inizia il gioco. Perché di questo si tratta.

Prima tappa: le consistenze elettriche sono realmente percepibili.
Tempeste elettromagnetiche sorprendono l’ambiente. Le dinamiche sono alte.

Prima tappa: predisposizioni concettuali alla modellizzazione del fenomeno, sia esso possibile od impossibile.
I calcoli procedono, le ipotesi recedono: la marea è alta ora.
“Mi capita spesso di udire dei suoni…Dei suoni? No, ma quali suoni! Dei suoni!”

Prima tappa: il passaggio.
Aperture.
“Apri!”

Seconda tappa: l’interazione.
Ora l’interazione è forte, e la marea è bassa.

Seconda tappa: le condizioni al contorno.
Possono moltitudini di elementi sovrastare l’elemento che rappresenta la moltitudine stessa. Cioè, siamo capaci di capire?
“Mi sento stanco.”
 - “Dovrai riposare, che tu lo voglia o no”
 - “E allora no!”

Seconda tappa: un ottimo pranzo è sempre un ottimo ristoro.
“Mi sento in grado di non fare commenti.”

Seconda tappa: ripetutamente ci si rigira attorno.
Cos’è?

Terza tappa: nulla da notare. Nulla da contattare. Nulla da pensare. Nulla da percepire. Nulla da meditare.
“E’ la chiave per comprendere OGNI cosa…”
 - “Cosa?”
 - “Il mondo, il vuoto, la sapienza…”

Terza tappa: ulteriore fermata sul pensiero inesistente.
Essere decisivi non porta a grandi risultati.
“Possiamo allora finalmente iniziare?”

Quarta tappa: la mediazione di un concetto. O la mediazione generica. O tutte e due le cose.
Nessuna di esse.

Quarta tappa: sono nettamente distinguibili dei punti mobili.
La visibilità è diversa dalla percettibilità solo sotto alcune considerazioni iniziali.
“Il contorno è indefinito!”

Quarta tappa: in un avvallamento, senza disturbi od interferenze, si compie l’atto.
Quale?
“In quale direzione si sta andando?.
“Sto andando forse in qualche direzione?”

Quinta tappa: la parte di un tutto.
Una zona.
“Impossibile!!!”

Quinta tappa: Inizia una ricerca. Ma gli ostacoli sono tanti.
Forse troppi.

Quinta tappa: La zona è troppo vasta. Quindi la ricerca procede per tentativi.
Prova e ripeti.
“Mi sento di nuovo stanco. Ma è solo una sensazione. E’ quello che ci sta attorno che è stancante.

Quinta  tappa: spesso, il problema è riuscire a definirne il confine. Qui l’autoriferimento innesca strani desideri: cercare di reiterare il concetto è possibile o non c’è alcun fondamento perché questo accada?
Si sta cercando di entrare in una fitta nebbia. Ma la vegetazione è ancor più fitta, e la godibilità è massima.
“Il contorno è indefinito!”

Sesta tappa: con forza, si passa.
E così sfondarono il pertugio, quella sottile lamina che separa il tutto dal niente.
cche schifoooo!”

Sesta tappa: Si ritorna in sé.
Contegno. Qui ci vuole contegno.
“Tu leggi?”
“No, ho disimparato a leggere”

Sesta tappa: lo strappo.
Occorre molta sensibilità.

Sesta tappa: Si cerchi ora di comprendere ciò che fino ad ora è possibile comprendere.
Esistono, a volte, barriere insormontabili, montagne inattaccabili, strade impercorribili.
“L’importante è non pensarci.”

Sesta tappa: Un’idea.
Qui ci vuole un’idea.
MMhhh!!  Brrrrrr!   AAHhhhhh!!”
Ssshhhh, Bluuurrrp, Slantzztztz

Settima tappa: ora va meglio.
Decisamente meglio.
“Certe volte mi rendono inquieto.” -<volte intese come volute, come elementi architettonici affini>

Settima tappa: ritornare su sé stessi.
Pensieri possibili di sensazioni palpabili si nutrono sempre della stessa linfa.
“Polpa di frutta succosa.”

Settima tappa: spazi sconfinanti in altri spazi. Spazi che definiscono altri spazi. Spazi.
Nessun ulteriore spazio.
“Sconcerto! Incredulità?!”
“Citoplasmi.”

Settima tappa: inizia ora una trattazione dettagliatissima del funzionamento biologico della cellula animale.
Ma bisogna fare molta attenzione alla cellula vegetale.
“Il tomo della trattazione biologica del funzionamento della cellula animale è sotto il mio braccio! Esso si suddivide in 302 capitoli di massima importanza per l’evoluzione corretta della specie in esame. Sono tollerate imprecisioni, scorrettezze e trucchetti per trarre in inganno il lettore sprovveduto.

Settima tappa: esiste nel sistema circostante una strana situazione di intollerabilità gastrica.
Acidi.
“Computer!”
“Computer!”
COMPUTER!?

Settima tappa: siamo letteralmente stesi a terra..
Da questo punto si gode una vista eccezionale. Nessun ramo interferisce con le radiazioni luminose della sorgente. Ricevo beatamente ogni cosa mi venga spedita.
“Sto cercando di comunicare. Ma regna l’incertezza.

Settima tappa: Un attimo di riflessione. Bisogna considerare a questo punto la funzione di trasferimento di un filtro.
La bellezza e la maestosità dell’azione filtrante è sublime. A prescindere dal tipo di filtro.
“A fronte di grandezze variabili bisogna essere capaci di saper effettuare le scelte corrette. E qui il prezioso aiuto è sempre ben accetto.

Settima tappa: la fusione di più entità si rivela sempre contradditoria: non ricerchiamo forse l’essenza?
Non lo so!”
Ma tutto questo è maledettamente serio”.

Passato Futuro (Piccolo Romanzo della Libellula)

Paesaggio piatto, con terminazioni elettriche sullo sfondo. Un nucleo di persone vestite in modo uniforme


La prossimità del verificarsi degli eventi incerti era tangibile, e il nucleo stava per riunirsi per decidere una possibile soluzione al problema. Che per sua natura, è irrisolvibile.


Si materializza sopra le teste delle persone una sfera luminosa che rotea su sé stessa. Tutte le persone rivolgono lo sguardo fisso verso questa sfera.

Allora, l’unica soluzione è determinata dalla sua annichilazione: la mancanza deve entrare in scena.


La sfera, in un turbinio incontrollabile genera caos, e risucchia in un punto immateriale tutta la scena.



La scena è completamente nera.

“Siamo ancora presenti?”

“Siamo in un qualche posto?”

“Ci sono rimaste le stesse capacità che avevamo prima?”

“Che cosa succederà ora?”

“Quale lato del destino abbiamo lambito?”

“Qual è il senso di tutto questo?”


La scena è ancora completamente nera.

“Ora mi sento svuotato, privato di quello che ero, ma con una coscienza di aver partecipato ad una sottrazione tanto dolorosa quanto immateriale. E per questo grandiosa…”

Appare in evanescenza un simbolo.


Il simbolo si tramuta nel primo piano di un personaggio.


Paesaggio piatto e uniforme, al cui centro si staglia l’intera figura del personaggio.

“Come posso prevedere di rimpiazzare tutto ciò che è irrimediabilmente perso?”

“Bisogna in ogni modo resistere alla tentazione...in ogni modo.”


Il personaggio si avvia verso una postazione tecnologicamente avanzata, una specie di sfera metallica rivestita di circuiti e immersa in una vasca di liquido colloidale. La densità dell’aria è di molte volte maggiore rispetto quella cui siamo abituati, e nessun essere vivente a noi conosciuto potrebbe respirare in una situazione del genere.


Dentro, un ambiente molto luminoso, con circuiti d’acqua che permeano le pareti, il soffitto e il pavimento. In fondo, sospeso, un personaggio - simbolo osserva il nuovo arrivato con fare curioso.

“E’ passato molto tempo dall’ultimo mio incontro con una entità del tuo tipo!”

“Così ti sembra. In verità siamo sempre stati accanto l’uno con l’altro. Le decisioni più importanti che sono state prese in tutto questo divenire, sono sempre state frutto di collaborazione…”


Nella stessa scena precedente, ma con la luminosità dell’ambiente che è diminuita di molto, quasi a trovarsi nella penombra. Abbastanza angosciante.

“E’ VERO! Volevo credere il contrario, ma non posso fare a meno di accettare la situazione.”

“Mi dispiace, ma è davvero così.”


Nella scena tutta l’acqua che circonda comincia a scrosciare copiosamente.

“E COSI’ SIA!”


Un mondo alieno, alienato, fuori dagli schemi classici cui siamo abituati, imprevedibile e scostante.

“Una nuova avventura permea le nostre menti….ORA!”


Un raggio luminoso, una specie di cometa, si posa sulla superficie improbabile di un improbabile paesaggio. Personaggi improbabili roteano su sé stessi e compiono acrobazie impossibili.


I personaggi che compiono gli esercizi ginnici ad un certo punto sincronizzano i loro movimenti, sino ad arrivare ad eseguire una piroetta nello stesso istante, nella stessa direzione ed alla stessa velocità di rotazione.


I personaggi sono ora ritti in piedi, immobili, disposti perfettamente in fila indiana.


Un timido sorriso appare sulle sue labbra.


Il personaggio scoppia in una fragorosa e grassa risata.

“AH AH AH…”


La faccia del personaggio si tramuta in una palla dalla forma esattamente sferica.

“La nascita di una nuova entità: la perfezione delle forme uguaglia la perfezione del funzionamento…


La palla scoppia, e al suo interno si comincia ad intravedere una piccola palla, del tutto simile a quella appena scoppiata.


La palla cresce, e diventa esattamente identica a quella scoppiata.

“…la rigenerazione intrinseca…”


La palla si tramuta in una linea orizzontale, come in uno scoppio nucleare improvviso.

“…del Tutto.”


Il tutto si concentra in un unico punto, che diventa poi l’immagine di un pianeta che rotea nello spazio.

“La forma e l’essenza della struttura primitiva sono espresse da un concetto altrettanto primitivo e fondamentale: l’essenza.”


Un bambino che gioca con palle, cubi…

“La chiave dell’essenza è stata, è, e resterà sempre, la possibilità del gioco.”

sabato 6 novembre 2010

Limonz

Collegamenti.

E’ sempre lo stesso pensiero che gira in modo vorticoso nella mia testa, ma non si riesce a fermarlo in nessun modo.

Alle quattro e un quarto, non ci sono molte idee in giro, e quindi libero il vortice per un po’ di tempo, nell’aria aperta, libero di giocare. Ma come un fedele cagnolino, ritorna sempre nella sua dimora.


Siamo in Ottobre, mese magico per le popolazioni indie del continente alla deriva. Sempre con cautela, si festeggiano i riti religiosi e quelli più ameni dei giochi collettivi.


Mmmmh!

-“Sarebbe tempo di iniziare l’analisi. Ma troppe variabili ancora non sono chiare…”

In quell’istante, la presenza di un apparecchio di pressofusione entrò nella stanza e con molta delicatezza si avvicinò al petto, iniettando la sostanza.

Quindi iniziarono i calcoli e le simulazioni dei casi possibili. Le combinazioni erano molte, ma tempo e tenacia erano i due ingredienti presenti nella dispensa messa a disposizione.

Alla fine, si iniziò a studiare il collegamento.

La complessità della materia è parallela .

-“Il compito inizia con la parte di supporto, il substrato comune, ciò che permette in senso generale di collegare fra loro due entità disgiunte. L’universo materico generalmente conosciuto da solo non basta, anzi serve solo per una piccola parte del lavoro da svolgere.”

La ricerca deve essere estesa a tutte le possibili implementazioni dei modelli di comunicazione.

Il Motore Analitico

Sento?

Sento, sento!

Sento il sentore della sintesi sintetica.

Apre lo sguardo, e il livello…





… aumenta inesorabilmente fino a raggiungere i limiti, che sono instabili, sempre.

Corretto signore, corretto.

Una soluzione:

la soluzione.