domenica 7 novembre 2010

Passato Futuro (Piccolo Romanzo della Libellula)

Paesaggio piatto, con terminazioni elettriche sullo sfondo. Un nucleo di persone vestite in modo uniforme


La prossimità del verificarsi degli eventi incerti era tangibile, e il nucleo stava per riunirsi per decidere una possibile soluzione al problema. Che per sua natura, è irrisolvibile.


Si materializza sopra le teste delle persone una sfera luminosa che rotea su sé stessa. Tutte le persone rivolgono lo sguardo fisso verso questa sfera.

Allora, l’unica soluzione è determinata dalla sua annichilazione: la mancanza deve entrare in scena.


La sfera, in un turbinio incontrollabile genera caos, e risucchia in un punto immateriale tutta la scena.



La scena è completamente nera.

“Siamo ancora presenti?”

“Siamo in un qualche posto?”

“Ci sono rimaste le stesse capacità che avevamo prima?”

“Che cosa succederà ora?”

“Quale lato del destino abbiamo lambito?”

“Qual è il senso di tutto questo?”


La scena è ancora completamente nera.

“Ora mi sento svuotato, privato di quello che ero, ma con una coscienza di aver partecipato ad una sottrazione tanto dolorosa quanto immateriale. E per questo grandiosa…”

Appare in evanescenza un simbolo.


Il simbolo si tramuta nel primo piano di un personaggio.


Paesaggio piatto e uniforme, al cui centro si staglia l’intera figura del personaggio.

“Come posso prevedere di rimpiazzare tutto ciò che è irrimediabilmente perso?”

“Bisogna in ogni modo resistere alla tentazione...in ogni modo.”


Il personaggio si avvia verso una postazione tecnologicamente avanzata, una specie di sfera metallica rivestita di circuiti e immersa in una vasca di liquido colloidale. La densità dell’aria è di molte volte maggiore rispetto quella cui siamo abituati, e nessun essere vivente a noi conosciuto potrebbe respirare in una situazione del genere.


Dentro, un ambiente molto luminoso, con circuiti d’acqua che permeano le pareti, il soffitto e il pavimento. In fondo, sospeso, un personaggio - simbolo osserva il nuovo arrivato con fare curioso.

“E’ passato molto tempo dall’ultimo mio incontro con una entità del tuo tipo!”

“Così ti sembra. In verità siamo sempre stati accanto l’uno con l’altro. Le decisioni più importanti che sono state prese in tutto questo divenire, sono sempre state frutto di collaborazione…”


Nella stessa scena precedente, ma con la luminosità dell’ambiente che è diminuita di molto, quasi a trovarsi nella penombra. Abbastanza angosciante.

“E’ VERO! Volevo credere il contrario, ma non posso fare a meno di accettare la situazione.”

“Mi dispiace, ma è davvero così.”


Nella scena tutta l’acqua che circonda comincia a scrosciare copiosamente.

“E COSI’ SIA!”


Un mondo alieno, alienato, fuori dagli schemi classici cui siamo abituati, imprevedibile e scostante.

“Una nuova avventura permea le nostre menti….ORA!”


Un raggio luminoso, una specie di cometa, si posa sulla superficie improbabile di un improbabile paesaggio. Personaggi improbabili roteano su sé stessi e compiono acrobazie impossibili.


I personaggi che compiono gli esercizi ginnici ad un certo punto sincronizzano i loro movimenti, sino ad arrivare ad eseguire una piroetta nello stesso istante, nella stessa direzione ed alla stessa velocità di rotazione.


I personaggi sono ora ritti in piedi, immobili, disposti perfettamente in fila indiana.


Un timido sorriso appare sulle sue labbra.


Il personaggio scoppia in una fragorosa e grassa risata.

“AH AH AH…”


La faccia del personaggio si tramuta in una palla dalla forma esattamente sferica.

“La nascita di una nuova entità: la perfezione delle forme uguaglia la perfezione del funzionamento…


La palla scoppia, e al suo interno si comincia ad intravedere una piccola palla, del tutto simile a quella appena scoppiata.


La palla cresce, e diventa esattamente identica a quella scoppiata.

“…la rigenerazione intrinseca…”


La palla si tramuta in una linea orizzontale, come in uno scoppio nucleare improvviso.

“…del Tutto.”


Il tutto si concentra in un unico punto, che diventa poi l’immagine di un pianeta che rotea nello spazio.

“La forma e l’essenza della struttura primitiva sono espresse da un concetto altrettanto primitivo e fondamentale: l’essenza.”


Un bambino che gioca con palle, cubi…

“La chiave dell’essenza è stata, è, e resterà sempre, la possibilità del gioco.”

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